Il fascino di un materiale eterno e i progetti per il futuro, le commesse in tutto il mondo, lʼhome design e il made in Italy.

Di questo e molto altro ha parlato l’architetto Massimiliano Testani, titolare di Artemarmi, nell’intervista rilasciata al QUI|magazine.

Fin da bambino il parco giochi di Massimiliano Testani, proprietario di Artemarmi, era il cortile invaso da pietre e marmi. Il laboratorio dove suo padre Francesco lavorava il marmo era proprio lì, accanto alla casa di famiglia. Da qui è partito Massimiliano Testani, l’architetto marmista.

Partiamo dall’attualità. Quale lavoro state seguendo?

«Siamo impegnati in commesse importanti per vari mercati esteri come Russia, Inghilterra, Svizzera, Montecarlo, senza dimenticare il mercato italiano e quello locale, al quale siamo particolarmente legati. La nostra avventura parte dalla provincia di Frosinone».

Artemarmi, già da tempo, ha stretto collaborazioni con partner internazionali. Quali sono i Paesi che apprezzano di più il “made in Italy”?

«Il “saper fare” italiano viene apprezzato in tutto il mondo e siamo universalmente riconosciuti come artigiani del bello. Nel settore della pietra naturale ormai siamo condannati all’altissima qualità perché le lavorazioni semplici vengono effettuate in paesi con regole e costi inferiori ai nostri. Quindi c’è chi apprezza il bello ed è disposto a spendere qualcosa di più per il “made in Italy”».

Come giudichi il momento attuale dell’home-design? È vero che c’è un ritorno alla pietra naturale?

«Il nostro è un prodotto eterno usato da millenni e che probabilmente continuerà ad essere usato nei secoli futuri. Il marmo possiede il fascino dei materiali creati dalla natura ogni volta in modo diverso, unico e irripetibile. Noi dobbiamo essere bravi a definire prodotti contemporanei che attirino l’attenzione di designer e architetti per creare sinergie e collaborazioni».

Sei un architetto che ha una formazione da artigiano. E un artigiano che ha una formazione da architetto. Quanto ti aiuta questo doppio ruolo nel tuo lavoro?

«Credo sia fondamentale. La mia formazione universitaria fa la differenza rispetto a molte altre realtà. Il nostro ufficio tecnico è composto solamente da architetti, per questo riusciamo a comprendere le esigenze dei clienti. Non ci limitiamo solo a vendere un prodotto ma offriamo soluzioni tecniche che provengono dal nostro know how e dal confronto quotidiano con i professionisti di tutto il mondo. Proprio il continuo confronto con gli altri e il voler tendere all’eccellenza ci ha fatto raggiungere i risultati che oggi ci rendono orgogliosi. La soddisfazione dei clienti è la naturale conseguenza di questo nostro modo di interpretare il lavoro».

Da quando hai preso in mano l’azienda sono cresciuti commesse e numeri. Artemarmi è considerata un’eccellenza imprenditoriale. Raccontaci il segreto del tuo successo…

«Non credo si possa parlare di successo, siamo ancora in una fase di crescita, di investimenti, pertanto di instabilità. Occorrono alcuni anni ancora per capire se il nostro è stato un percorso di successo. Ho fatto mia una massima: “se si seguono gli altri non si arriva primi”, mi sembra che coincida con il mio modo di pensare. Non ci sono particolari segreti per ottenere buoni risultati se non quello di vivere per la propria azienda come un’estensione della propria persona. Chi ama il proprio lavoro deve avere il coraggio di osare e percorrere strade nuove».

Quanto è importante la ricerca e l’innovazione nella tua azienda?

«Presentare sul mercato prodotti innovativi è l’unica maniera per distinguersi. Il nostro lavoro inizia con un’attenta selezione dei blocchi di marmo presso le cave di origine. Io stesso –periodicamente – mi reco nei vari paesi alla ricerca di nuovi materiali da proporre».

Che tipi di macchinari avete e quanto conta ancora la mano dell’uomo nel processo di produzione di Artemarmi?

«Essere veloci ed efficienti è fondamentale, ma il nostro è ancora un lavoro artigianale mai uguale a se stesso. Realmente penso che i miei ragazzi siano l’asset più prezioso dell’azienda, investire nelle giuste risorse umane fa la differenza».

Parliamo della sede di Alatri. Una superficie con una vasta area di esposizione dedicata a blocchi, lastre, e ogni tipo di materiale presente sul mercato. Uno showroom con tante soluzioni d’arredo. Chi è il cliente di Artemarmi?

«È un cliente ben informato, attento al rapporto qualità-prezzo. Nella nostra marmoteca sono presenti centinaia di tipologie di marmo e altri materiali provenienti da tutto il mondo. Cucina, bagno, living: abbiamo soluzioni di arredo per ogni ambiente. Ci occupiamo di tutte le fasi di lavorazione, per il cliente siamo un referente unico».

Di recente hai acquistato Paradisi Marmi, un’azienda storica di Sora. Una nuova scommessa?

«Anche questa è stata una scommessa, un voler guardare al futuro, e anche la voglia di credere ancora nella provincia di Frosinone. Paradisi è un’azienda storica nata nel 1950. Negli ultimi anni ha realizzato un nuovo laboratorio e showroom, mi piaceva l’idea di proseguire e completare un percorso con Artemarmi. Insieme abbiamo dato vita ad un gruppo che può, in maniera efficiente e veloce, soddisfare ogni richiesta».

Da imprenditore, tre cose di cui sei orgoglioso…

«Il percorso che abbiamo seguito negli ultimi dieci anni ha portato da un piccolo laboratorio alla realtà attuale. Questo per me è fonte di orgoglio. Un’altra cosa di cui sono particolarmente fiero è essere considerati un modello da seguire da molte persone che fanno il nostro stesso lavoro. E, come ho detto prima, sono orgoglioso dei miei ragazzi che, anche nei momenti più duri, sono disposti a sacrificarsi pur di raggiungere un obiettivo».

Novità in futuro?

«Un progetto che da molto tempo mi sta a cuore e sul quale sto lavorando è quello di sviluppare il nostro brand in modo diverso dal solito. Mi piacerebbe che fosse possibile accedere al mondo Artemarmi in tante città, creando un concept-store in cui incontrarsi e creare un “progetto-casa”».