Ri-vitalizzare, Ri-funzionalizzare e Ri-attrezzare.
Queste saranno le parole chiave del prossimo futuro. L’edilizia non si occuperà più di costruire ma di ricostruire. Riconfigurare vecchi edifici energivori e insicuri in edifici sicuri ed ecosostenibili.
Infrastrutture, viabilità, edifici, servizi. Questi gli ambiti sui quali si dovrà agire per costruire, o meglio ricostruire interi centri urbani, piccoli paesi, quartieri o intere città in modo che siano a misura d’uomo, non solo da un punto di vista fisico ma anche e soprattutto sociale.
La direzione è segnata, ed è lo stesso ambiente a suggerircela. Ci impone determinate scelte sempre più consapevoli ed ecosostenibili ricordandoci che le risorse a nostra disposizione non sono infinite, come non è infinito il suolo edificabile. Ce lo ricorda con eventi a volte catastrofici come terremoti in grado di distruggere interi centri urbani di vecchia costruzione, costruiti tra l’immediato dopo guerra fino agli anni settanta che non hanno subito, ad oggi, alcuna messa in sicurezza.
Puntare a garantire qualità e sicurezza dell’abitare.
Questo processo oltre ad avere un valore funzionale ha anche un valore culturale. Rigenerazione infatti non vuol dire solo dare un volto nuovo ad una città rilanciandone l’immagine esteticamente ma anche da un punto di vista culturale, economico, sociale e ambientale. Si dovrà dare vita ad edifici caratterizzati da una maggiore qualità edilizia e architettonica e da standard innovativi in campo energetico, tecnico e ambientale.
Inoltre la riqualificazione degli spazi pubblici, incidendo sulla qualità della vita degli abitanti e sul loro senso di appartenenza, può costituire un fattore decisivo nella riduzione delle disparità tra ricchezza e povertà tra i vari quartieri, contribuendo a promuovere una maggiore coesione sociale.